(MIETI ED 1 1I1CCM
DA B A PPR ESENTARSI
Sfpll'l. n. Teatro alla Canobblana
LA PRIMAVERA i847.
' 4
MILANO
TIPOGRAFIA VAfcENTIKl E C.
C. de' Rorroroel, n. 284».
PERSONAGGI
ATTORI
Capelli*» i principale fra i Ca-
puteti^ e padre di Lodetti Francesco
Giulietta , amante di Sulzer Maria
Ilomeo, Capo dei Montecchi Velutti Clarice
Tebaldo f partigiano dei Capu-
teti, destinato sposo a Giulietta Bernabei Luigi
Lorenzo ? medico e famigliare
di Capellio Marconi Napoleone
Cori e Comparse
Caputeti - Montecchi - Damigelle - Soldati - Armigeri.
Vazione è in Verona : Vepoca è del tredicesimo tecolo.
Musica di Vincenzo Bellini.
Il virgolato si omette.
Le scene sono dipiute dal sig. Carlo Fontana,
Maestro al Cembalo: Sig. Panìzsa Giacoma.
Miro Maestro in sostituzione al Sig. Panizza: Sig. Bajetti Gio.
iVuno Violino, C;ipo e Direttore A9 orchestra : Sig. Cavallini Eug.
Altro primo Violino in sostituzione al Sig. Cavallini
Signor Ferrara Bernardo,
Capi nVi secondi Violini a vicenda
Signori Buccinctli Giacomo — Bossi Giuseppe.
TV10.0 Violirro per i Balli: Signor Monlanaii Gaetano.
Altro primo Violino in sosliluz. al sig. Montanari: sig Somaschi B.
Primo Violoneello al Cembalo: Sig. MrrìgKi Vincenzo.
Altro primo Violoneello in sostituzione al sig. Merighi
Sia. Truffi Isidoro.
Primo Contrabbasso al Cembalo: Sig. luigi Bossi.
Altro primo Contrab. in sostitnz. al sig. bossi si-. Manzoni G.
Prime Viole : Signori Tassistro Pietro e Maino Carlo.
Primi Clarinetti
fVr l'Opera: Si?. Cavallini Ernesto - pel Ballo: Sig. Piana Giù.
Trimi Oboe a perfetta vicenda : Sig. i Yvon Carlo — Datili Gio.
Primi Flauti
Per l'Opera: Sig. Baioni Gin. - pel Ballo:Sig. Marcora Filippo
Primo Fagotto: Sig. Canta Antonio
Primi Corni da caccia
. Sig, Martini Evergete. Sig. Langniller Marco.
Prima tromba: Sig. Araldi Giuseppe
Arpa: Sig.1 Bìgamonli Virginia.
M arsirò Istnittorc dei Cori
Signor Cattaneo Antonio.
Editore della Musica
sig. Giovanni Ricordi.
Suggeritore: Sig. Giuseppe Groìli.
Vestiarista Proprietario: Sig. Pietro Bavaglia e Camp.
Guardarobiere Sig. Antonio Ftlisi, socio nella ditta.
Capi Sarti:
>i a «omo, Sig. Zamperoni Luigi, da donna, Sig. Paolo Vetonest
Brrrettonaro: Signor Zamperoni sudd.
Fiorista e Piomista: Signora Giuseppa Bobba.
Attrezzista Proprietario : sig. Croce Gaetano
Inventore e direttore del Macchinismo sig. Ronchi Giuseppe.
Parrucchiere : Signor Venegoni Eugenio.
Direttore de If illuminasione: Sig. Care^nani Giovanni.
PARTE PBIMA
SCENA PRIMA.
Galleria net palazzo di Capellio.
A poco a poco si vanno radunando i Partigiani di Capellio.
CORO (a parti)
I. Aggiorna appena... ed erraci
Sui ti anzi I' alba , e uniti.
II. Che fia ? Frequenti e celeri
Giunsero a noi gV inviti :
TITTI Già Cavalieri e Militi
Ingombrali la città.
I. Alta cagioii sollecito
Cosi Capellio rende.
II, Forse improvviso turbine
Sul capo ai Guelfi or pende :
Forse i Monteechi insorgono
A nuova nimistà 1
Tutti Peran gli audaci , ah ! perano
Quei Ghibellin feroci 1
Pria che le porte $ aprano
All'orde loro atroci ,
Su i Capuleti indomiti
Verona crollerà.
SCENA IL
CAPELLIO, TEBALDO, LORENZO e detti.
Teb. 0 di Capellio generosi amici ,
Congiunti, difensori , è grave ed alta
La ragion che ne aduna oggi a consesso.
Prende Ezzelino istesso
All' ire nostre parte, e de' Monteechi
Sostenitor si svela. Oste possente
Ad assalirne invia ... Duce ne viene
De* Ghibellini il più obborrito e reo ,
Il più fiero.
Coro Chi mai?
Tkb. Romeo.
C0R9 Romeo !
A V — 6 — ry ft _
Cap. Si , quel Romeo , quel crudo
Del mio figlio uceisor : egli (fra voi
Chi fia che il creda?), egli di pace ardisce
Patti offerir , e ambasciato!' mandarne
A consigliarla a noi.
Coro Pace! Signor!
Cap. Giammai.
Lor. Kè udire il vuoi ?
Utili forse e onesti
Saranno i patti. A così lunghe gare
Giova dar fine ornai :
Corse gonfio di sangue Adige assai.
Cap. Fu vendicato. Il mio soltanto è inulto :
Chi Io versò respira. - E mai fortuna
Non T offerse a' miei sguardi... Ignoto a tutti,
Poiché fanciul parila , vagò Romeo
Di terra in terra . ed in Verona istessa
Ardì più volte penetrare ignoto.
Teb. Rinvenirlo io saprò : ne feci il voto.
È serbata a questo acciaro
Del tuo sangue la vendetta :
L'ho giurato per Giulietta :
Lo sa Italia , il Ciel lo sa.
Tu d' un nodo a me sì caro
Solo affretta il dolce istante ;
Ed il voto dell' amante
11 consorte adempirà.
Cap. Sì : m'abbraccia. A te d'Imene
Fia r aitar sin d' oggi acceso.
Lor. Ciei ! sin d' oggi ?
Cap. E donde viene
Lo stupor che t' ha compreso ?
Lor. Ah ! Signor , di febbre ardente ...
Mesta, afflitta ; ognor giacente...
Ella..., il sai... potria soltanto
Irne a forzo al sacro aitar.
Ter. Come ! A forza !
Cap. Coro E avrai tu il vanto
Di por fine al suo penar.
Tkb. L'amo, ah! l'amo, e mi è più cara,
Più del Sol che me rischiara ;
È riposta , è viva in lei
Ogni gioja del mio cor.
-~ 7 —
Ma se avesse il mio contento
A costarle un sol lamento ,
Ah ! piuttosto io sceglierei
Mille giorni di dolor.
a 3.
CAP* Non temer: tnoi dubbj acqueta :
La vedrai serena e lieta ,
Quando te del suo germano
Siringa al sen vendica tur.
Coro Nostro duce , e nostro scampo ,
Snuda il ferro > ed esci in campo :
Di Giulietta sia la mano
Degno premio al tuo valor.
Lor. (Ah! Giulietta! or fia svelato
Questo arcano sciagurato :
Ah ! non v' ha potere umano
Che ti plachi il genitori)
Cip. Vanne, Lorenzo: e tu, che il puoi, disponi
Giulietta al rito : anzi che il Sol tramonti
Compiuto il voglio. Ella doman più lieta
Fia che rallegri le paterne mura.
(Lor. vuol parlare. Gap. lo accommiata severamente)
Ubbidisci. (Lor. parie)
Teb. Ah! Signor...
Càp. Ti rassicura.
Sensi da' miei diversi
Non può nutrir Giulietta , e a lei fia caro,
Come a noi tutti , il prò' guerrier che unisce
I suoi destini ai miei.
Teb. Di tanto bene
Mi persuade amor , e il cor propenso
A creder vero quel che più desia, (suon di trombai
Cap. Ma già vèr noi s' invia
II nemico orator. - Avvi fra voi
Chi de' Montecchi alle proposte inchini?
Tutti Odio eterno ai Montecchi , ai Ghibellini.
SCENA III.
ROMEO con seguito di Scudieri , e delti.
Rom. Lieto del dolce inenrco a cui mi elegge
De* Ghibellini il duce, io mi presento.
Nobili Guelfi , a voi. Lieto del pari
Possa udirmi ciascun , poiché verace
Favella io parlo d' amistade e pace.
Teb. Chi fia che nei Montecchi
Possa affidarsi mai ?
CAP. Fu mille volte
Pace fermata , e mille volte infranta.
Rom. Stassi in tua man che santa
E inviolabil sia. Pari in Verona
Abbian seggio i Montecchi, e sia Giulietta
Sposa a Romeo.
CAP. Sorge fra noi di sangue
Fatai barriera , e non sarà mai tolta ,
Giammai , io giuro.
Coro E il giuriam tutti.
Rom. Ascolta.
Se Romeo t'uccise un figlio ,
In battaglia a lui diè morte :
Incolpar ne dei la sorte ;
Ei ne pianse , e piange ancor.
Deh! ti placa, e un altro figlio
Troverai nel mio Signor.
CAP. Rie !i al campo, e dì allo stolto
Che altro figlio io già trovai.
Rom. Come! e qua! ?
Trb. Io.
Rom. Tu? (Che ascolto !)
Odi ancor ...
Cap. Dicesti assai.
Teb. Qui ciascuno ad una voce
Guerra a vni gridando va.
Coro Guerra a morte, guerra atroce !
Rom. Ostinati , e tal sarà.
La tremenda ultrice spada
A brandir Romeo si appresta :
Come folgore funesta ,
Mille morti apporterà.
Ma vi accusi ai cielo irato
Tanto sangue invali versato ;
Ma su voi ricada il pianto
Che alla patria costerà.
Tutti Esci , audace. Un Dio soltanto
ftùidicar fra noi saprà. (partono tutti)
— 9 —
SCEiNA IV.
Gabinetto negli appartamenti di Giulietta
GIULIETTA soia.
Eccomi in lieta vesta ... Eccomi adorna ...
Come vittima «IT ara. Oh! aimen potessi
Oual vittima cader dell' ara ai piede l
0 nuziali tede,
Abborrite così , cosi fatali
Siate, ah ! siate per me faci ferali.
Ardo ... una vampa , un foco
Tutta mi strugge (*) Un refrigerio ai venti
(*) (si affaccia alla finestra c ritorna)
In chiedo invano. — Ove se' tu Romeo 't
In qual terra t' aggiri ?
Dove , dove inviarti i miei sospiri ?
Oh! quante volte, oh ! quante
Ti chiedo al ciel piangendo !
Con quale ardor t' attendo ,
E inganno il mio desir !
Raggio del tuo sembiante
Panni il brillar del giorno ;
L' aura che spira inturno
Mi sembra un tuo respir. (siede afflittissima)
SCENA V.
LORENZO , GIULIETTA, indi ROMEO.
Lor. Propizia è l'ora. A non speralo bene
Si prepari queir alma.
Giulietta !
Giù. Oh! mio Lorenzo! (si getta nelle sue braccia')
Lor. (sostenendola) Or via, ti calma.
Giù. Sarò tranquilla in breve,
Appien tranquilla. A poco a poco io manco,
Lentamente mi struggo... Ah! se un istante
Rivedessi Romeo... Romeo potria
La fuggente arrestar anima mia.
Lor. Fa cor , Giulietta ... egli è in Verona..*
fciu. Oh I Cielo
I\è a me lo guidi ?
^0R« All' improvvisa giojn
Reggerai lu ?
Giù. Più che all' affair.
— 10 —
Lon. Or dunque
Ti prepara a vederlo: io te 'I guidai
Per quel secreto e a noi sol noto ingresso.
(apre un uscio segreto e n1 esce ttom )
R«>M. Mia Giulietta !...
Giù. (correndo a lui) Ah !... Romeo !...
Lon. Parla sommesso.
(Lor. parie)
SCENA VI.
ROMEO e GIULIETTA.
Gir. Io li rivedo , oh ! gioja l
Si, ti rivedo ancor.
RoM. Oh mia Giulietta t
Qual ti ritrovo io uni ?
Giù. Triva di speme,
Egra , languente, il vedi ,
E vicina alla tomi) i. K Mi qual riedi ?
Ro.vj. Infelice del pari , e stanco alfine
Hi questa vita travagliata e oscura ,
Non consolata mai da un tuo sorriso.
Vengo , a morir deciso,
O a rapirti per sempre a' tuoi nemici.
Meco fuggir dèi tu.
Giù. Fuggir ! che dici ?
Rum. Sì , fuggire a noi non resta
Altro scampo in danno estremo.
Miglior patria avrem di questa ,
(liei migliore ovunque andremo j
D' ogni ben che un cor desia
A noi luogo amor terrà.
Giù. AhJ Romeo! Per me la terra
E ristretta in queste porte :
Qui mi annoda , qui mi serra
Un poter d' amor più forte.
Solo, ahi! solo all'alma mia
Venir teco il ciel darà.
RoM* Che mai sento ? E qual potere
maggior per te d' amore ?
Giù. Quello, ah! quello del dovere,
Della legge e dell' onore.
a 2.
R<m. Ah ! eeudel , d' onor ragioui
(Ju ai, do a me tu sci rapita ?
— ti —
Onesta legge che mi opponi
È smentita dal tuo cor.
Deh I t' arrendi a' preghi miei ,
Se ti cai della mia vita :
Se fedele ancor mi sei,
Non udir che il nostro amor.
Giù* Ah ! da me che più richiedi , j
S' io t'Immolo e eore e vita?
Lascia almeh , almen concedi
Un sol dritto al genitpr.
Io morrò se mìo non sei ,
Se ogni speme è a me rapita:
Ma tu pure alcun mi dèi
Sacrifizio dui tuo cor. (odesi festiva musica
Roto. Odi tu? L'aitar funesto da kntanoi
Già s' infiora , già t'attende.
Giù. Fuggi , ah ! fuggi.
Rom. Teco io resto,
Giù. Guai se il padre ti sorprende l
Rom. Ei mi sveni , o di mia mano
Cada spento innanzi a te.
Giù. Ah ! Romeo ! (supplichevoli
Rom. Mi preghi invano.
Giù. Ah ! pietà... di te... di me.
a 2.
Rom. Vieni , ah I vieni > e in me riposa :
Sei mio bene , sei mia sposa ;
Questo istante che perdiamo
Più per noi non tornerà.
In tua mano è la mia sorte ,
La mia vita > la mia morte...
Ah ! non m' ami come io t' amo ...
Ah ! non hai di me pietà.
GiU. Cedi , ah ! cedi un sol momento
Al mio duolo , al mio spavento ;
Siam perduti, estinti siamo >
Se più cieco amor li fa.
Deh ! risparmia a questo core
Maggior pena , orror maggiore...
Ah ! se vivo è perchè t' amo...
Ah ! T amor con me morrà,
(vinto dalle preghiere di Gin., Rom. si parte per l'uscio
segreto. Ella si allontana tremante)
FI INE DELLA PARTE PRIMA,
PARTE SECONDA
SCENA PRIMA
Alrio interno nel palazzo di Capellio.
Di fronte scalinata che conduce a gallerie praticabili.
Il luogo è illuminalo per magnifica festa.
Entrano da varj lati i CAVALIERI e le DAME invitali alla festa.
COUO
Xjieta notte . avventuroso
A rei giorni ancor succede.
Tacciali I' ire e Y armi han posa
Dove accende imen le tede :
Dove un riso amor discioglie
Ivi è giubilo e piacer.
Festeggiala con danze e canti
Questo illustre e fausto imene:
Il gioir di pochi istanti
Sia compenso a molle pene ;
Nè ci segua in queste soglie
Alcun torbido pensier;
Dove un riso amor discioglie
Ivi è giubilo e piacer.
(salgono le scalinate, e si perdono nelle gallerie)
SCENA \k
ROMEO in abito Guelfo , e LORENZO.
Lor. Deh ! per pietà t'arresta :
Non t'inoltrar di più : mai ti nasconde
Questa de' Guelfi assisa.
R031. AI mio periglio
Pensar poss'io , quando un rivai si accinge
A rapirsi il mio ben ! . . . Ma ciò non fia >
Non fia per certo , il giuro.
— 43 —
Lor. Ahi lasso l è tolta
Forse ogni speme.
Rom. Una me 'n resta,,.. Ascolta.
Segretamente, e in guelfe spoglie avvolti,
Col favor della tregua , entro Verona
Mille si stanno Ghibellini armati.
Lor. Cielo !
Rom. Non aspettati .
Piomberai! sui nemici , ed interrotte
Fian le nozze così.
Lor. Funesta notte !
E me di sangue e strage
C<> nini ice fai ? Me traditor di questa
Famiglia rendi ?
Rom. Ebben mi svela , e salva
Il mio rivai così. Compia il mio sangue
li suo trionfo.
Lor. Ah ! che mai dici?... ah 1 cambia,
Cambia consiglio... Ad impedir lai nozze
Basliam Giulietta ed io... l'affida a entrambi.
Rom. Odi : e sostieni che consiglio io cambi.
(odesi di dentro gran tumulto; squiltan le trombe, cccheg-
giano strida, e vedonsi dalle gallerie lutti i convitali in
iscompiglio correr di qua e di là)
Lor. Qual tumulto !
Rom. Oh gioja estrema!
Voci I Montecchi { (di dentro)
Rom. È salva.
Coro (sulle gallerìe) All'armi !
Lor. Fuggi... va...
Rom. Tebaldo ! trema ;
Io già corro a vendicarmi.
Quella tromba è suon ferale ,
Sunn di morte al mio rivale.
D'imeneo le odiate tede
H suo sangue estinguerà.
Lor. Taci , taci : d'ogni lato
Gente accorre... ognuno è armato...
Oh ! qual scena il cor prevede
Di furore e crudeltà !
Coro Ah ! chi d'armi a noi provvede !
Chi soccorso , o ciel , ne dà!
(Rom. si allontana velocemente. Lor, lo segue)
SCENA IH.
11 luogo rimane sgombro; a poco a poco il tumulto si allontana»
GIULIETTA sola scende dalla galleria.
Cir. Tace il fragor... silenzio
Regno fra queste porte...
Grazie ti rendo , o sorte :
Libera io sono ancor.
Ma de* congiunti il sangue
Per me versato or viene...
Forse trafitto , esangue ,
Giace ramalo bene...
Forse... Oh! qual gel !.». qua! foco
Scorrer mi sento in cor 1
Ah! per Romeo v'invoco ,
Cielo , destino , amor.
SCENA IV.
ROMEO e GIULIETTA.
fiora. Giulietla I
GiD. Ahimè!., chi vedo?
Rom. Il tuo Romeo : l'acqueta.
Giù. £hi lassa !». e ardisci ?..
Rom. lo ritriti
A farli salva e lieta.».
Seguimi.
Giù. Ahi! dove? ahi ! come ?
Te perderesti e me.
Rom. Io te lo chiedo in nome
Della giurata fe.
("oro Morte ai Montecchi ! (di dentro)
Giù. Ah ! lasciami ;
Gente ver' noi s'avvia.
Rom. Io l'aprirò fra i barbari
Con questo acciai* la via. (per trascinarla seco)
SCENA V.
TEBALDO e CAPELLIO con Armigeri da un Iato,
dall'altro LORENZO.
( ap. Ferma.
Ì eb. Che miro ? Il perfido
Nemico ambascialo!' I
i
— 15 —
Lor. (Cielo !.. è perduto il misero!)
Roitt. Oh, rabbia!
Giù. Oh mio terrori
Cap. Armato ! in queste soglie!
Teb. Sotto mentite spoglie !
Quale novella insidia ,
Empio, tentavi ordir?
Soldati , olà...
GlU. (frapponendosi) Fermate !
Padre... Signor... pietate..»
Cap. Scostati...
Teb. E qual pensiero
Prendi d'un menzognero ?
Cap. Giulietta !
Teb. Non rispondi ?
Cap. Teb. Tu tremi ?.. ti confondi ?
Teb. Felloni. . chi sei? (a Rome*)
Roìi. Son tale...
Giù. Ah! no , non ti scoprir.
Ho** Io sono a te rivale.
Lor. (Incauto !)
Giù. Oh rio martir I
Teb. Cap. Rivale! che intendo?
Giù. Lorenzo , m'aita.
Lor. Oh ! istante tremendo.
Rou. Ahimè! l'ho tradita.
Tutti
Teb. Cap. Oh notte , raddensa
Le tenebre in cielo ,
Ricopri d'un velo
Il nostro rossor.
Lor. Le vene m'invade
Un brivido, liti gelo...
Sugli occhi mi cade
Un velo d'orror.
Giù. Rom. Soccorso . sostegno
le
Accorda o cielo.
Afe sol^ fa segno
Del loro furor, (odcsi strepito d'anni e gridai
— 40 —
Tolto Accomuni... Romeo !
Gap. Teb. Quai grida 1
Rom. I miei fidi !
Giù. Ohj gioja !
Coro (in iscena) E desso.
A salvarti un Dio ci guida:
Vien, Romeo, tuoi fidi hai presso.
Cap. Tu Romeo ! nè ti svenai ?
Ter. E mi sfuggi ?.. e lu vivrai ?
Rom. Sangue, o barbari, bramate,
Ed il sangue scorrerà.
Teb.Cap.Rom.AI furor che si ridesta,
e Coro Alla strage che s'appresta,
Come scossa da l remuoia
Tutta Italia tremerà.
LoR. Giù. Giusto cielo , tu gli arresta
Da battaglia sì funesta :
Sveglia in essi un qualche moto
Di rimorso e di pietà.
Rom. Giù. Se ogni speme è. a noi rapita
Di mai più vederci in vita ,
Questo addio non fia l'estremo,
Ci vedremo - almeno in ciel.
Teb. Cai*. Sul furor che si ridesta ,
Coivo Sulla strage che si appresta
Anzi tempo., o Sol , risplendi
E dirada all'ombre il vel.
1-or. Piomba, o notte, e ai ciel contendi
Gju. Lo spettacolo crude!.
F1ISE DELLA PARTE SEC0M1A.
PARTE TERZA
SCENA PRIMA
Appartamento nel palazzo di Capellio.
Segue la notte : il luogo è rischiarato da antichi doppieri.
La musica esprime un lontano rumore , che a poco a poco
va cessando.
GIULIETTA sola.
l\è alcun ritorna !.. Oh ! cruda,
Dolorosa incertezza! - li suon dell'armi
Si dileguò... Sol tratto tratto un fioco ,
Incerto mormorio lunge si desta ,
Come vento al cessar della tempesta.
Chi cadde, ohimè! chi vinse?
Chi primo io piangerò ? - Nè uscir poss'io !•••
E ignara di mia sorte io qui m'aggiro l
SCENA IL
foJllSfil»b}n«l 0/ ' t i - ■ L
LORENZO s e detta.
Giù. Lorenzo! ebben?...
Lor. Salvo è Romeo.
Giù. Respiro.
Lor. Nella vicina rócca
Da' suoi sorpresa , da Ezzelin soccorso
Sperar ei punte*., ma tu , lassa !.. in breve
Di Tebaldo al castel tratta sarai ,
Se in me non fidi 9 se al periglio estremo
Con estrema fermezza or non provvedi.
Giù. Che far ? Favella.
L<»R. Hai tu coraggio ?
Giù. E il chiedi ?
Lor. Prendi : tal filtro è questo,
E sì possente, che sembiante a morte
Sonni» produce. A te creduta estinta
Tomba tia data ne' paterni avelli...
GlU. Oh ! che di tu ? fra quelli
Giace il fratello da Romeo trafitto...
— 18 —
Esso del mio delitto
Soneria punitor...
Lor. Al tuo svegliarti
Sarem presenti il tuo diletto ed io...
Noti paventar. Tremi? t'arretri?
Giù. Oh Dio I
Morte io non temo, il sai...
Sempre io la chiesi a te...
Pur non provato mai
Sorge un terrore in me
Che mi sgomenta.
Loti. Fida, deh fida in me:
Sarai contenta.
Giù. Se del licor possente
Fallisse la virtù!...
Se in queir orror giacente
IVon mi destassi più...
Dubbio crudele I
Lor. Di me diffidi tu?
Dei tuo fedele ? (si sente vicino calpestio)
Prendi... gl'istanti volano...
Il padre tuo si avanza...
Giù. (spaventata) 11 padre! ah! porgi, e salvami.
(Lorenzo le consegna il sonnifero. Essa il beve rapidamente)
Lor» Salva già sei: costanza.
Giù. Guidami altrove.
SCENA IIL
CAPELLIO con seguito e detti.
Cai». Arresta.
Lo«. (piano a Giù») (Calmati).
Gap. Ancor sei desta?
Concedo al tuo riposo
Brevi momenti ancor.
Esci : e a seguir lo sposo
Ti appresta al nuovo albor.
(Giulietta è nelle braccia di Lorenzo muta ed immobile)
Coro (a Gap.) Lassa !... d'affanno è piena...
Geme... si regge appena.
— 10 —
Più lììile a lei favella :
L' uccide il tuo rigor.
(Capellio rinnova a Giulietta il cenno di uscire. Lorenzo
la tragge seco. Ella si volge, e con somma passione si ap-
pressa al padre)
Giù. Ah ! non poss' io partire
Priva del tuo perdono...
Presso alla tomba io sono...
Dammi un amplesso almen.
Pace una volta all'ire ,
Pace ad un cor che more...
Dorma ogni tuo furore
Del mio sepolcro in sen.
Cap. Lasciami...
Lor. (piano a Giù.) (Ah! vieni, e simula).
Gap. Alle tue stanze riedi.
Coro (a Cap.) Ella è morente, il vedi.
Poni al tuo sdegno un fren.
(Giulietta parte sostenuta da Lorenzo)
SCENA IV.
CAPELLIO , e seguito.
Cap. » Qual turbamento io provo !
» Quale scompiglio in cor ! Taci , o pietade :
» Villa saresti. Di Tebaldo in traccia
» Corra qualcuno, e di Lorenzo i passi
» Spiate voi ; sospetto ornai mi è desso.
» Nè uscir, né altrui parlar gli sia concesso.
(partono)
SCENA V.
Luogo remoto presso il palazzo di Capellio.
ROMEO solo.
Deserto è il loco. - Di 'Lorenzo in traccia
Irne poss'io. - Crude! Lorenzo ! anch'esso
M'obblia nella sventura , e congiurato
— 20 —
Col mio destiti tiranno,
Mi abbandona a me solo in tanto affanno.
Vadasi. - Alcun si appressa,..
Crudele inciampo !
SCENA VI.
TEBALDO e ROMEO.
Teb. Olà ! chi sei , che ardisci
Aggirarti furtivo in queste mura ?
Non odi tu?
Rom. Non t'appressar. Funesto
Il conoscermi fora.
Teb. Io ti conosco
All'audace parlar , all'ira estrema
Che in me tu desti.
Rom. Ebben mi guarda , e trema,
Teb. Stolto ! ad un sol mio grido
Mille a punirli avrei ;
Ma vittima tu sei
Serbata a questo acciar.
Rom. Vieni : io ti sprezzo, e slido
Teco i seguaci tuoi :
Tu bramerai fra noi
L'Alpi frapposte e il mar.
Teb. Rom. Un nume avverso, un fato,
Che la ragion ti toglie,
T'ha spinto in queste soglie
La morte ad incontrar.
Teb. All armi !
Rom. All'armi.
(per uscire: odesi musica lugubre : si fermano sorpresi)
Tèb. Arresta.
Rom. Qual mesto suono echeggia ?
Voci Ahi sventurata ! , (in lontananza)
Rom, E questa
Voce di duol.
Teb. Si veggio.
— 2i —
SCENA VII.
Comparisce un corteggio funebre che diflla lungo la galleria.
Rom. Ciel ! di funebri tede
Pompa feral succede...
Teb. Roa. Presentimento orribile !
Ho nelle vene un gel. —
Coro Come a cader fu rapido
Il fior de' tuoi verd'anni !
Come su te sollecito
Nembo piombò crii del !
Pace alla tua bell'anima
Dopo cotanti affanni !
Vivi; se non fra gli uomini,
Vivi , o Giulietta , in ciel.
Roìi. Giulietta !
Teb. Spenta!..
Rom. Oh barbari !
Teb.Rom. Mi scende agli occhi un vel.
(rimangono immobili alcuni momenti. Romeo pel primo sì
scuote, e giltando la spada, si precipita disperato in-
nanzi a Teb.)
a 2.
Rum. Ella è morta , o sciagurato ,
Per te morta di dolore.
Paga alfine è del tuo cuore
L'ostinata crudeltà.
Svena , ah ! 3vena un disperato...
A' tuoi colpi il sen presento...
Sommo bene in tal momento
11 morir per me sarà.
Trb. Ah ! di te più disperato ,
Più di te son io trafitto...
L'amor mio come un delitto
Rinfacciando il cor mi va.
Vivi , ah ! vivi , o sventurato ,
Tu che almen non hai rimorso :
Se a* miei dì non tronchi il corso,
Il dolor mi ucciderà.
tfirSE DELLA PARTE TERZA.
PARTE QUARTA
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SCENA PRIMA
Luogo ove sono le tombe de' Capuleti.
I FAMIGLIARI di Capellio, uomini e donne, circondano la lomba
di Giulietta in diverse altitudini di dolore, spargendola di fiori.
Coro .A ddio per sempre , o vergine ,
Invan richiesta e pianta !
Per rimaner fra gli uomini
Troppo eri bella e santa :
Pi te si piacque il Cielo ,
E ti bramò per sè.
Addio : per queste lagrime ,
Per questi fior' versati ,
Alla dolente patria
Prega più destri i fati ;
Cura ti prenda e zelo
Di chi fu caro a te. (partono)
SCENA II.
ROMEO solo.
È questo il loco : ella qui posa, ed io...
Io pur fra poco poserò fra questi
Muti avelli con lei... la stessa tomba
Ci accoglierà. Tale ci hai tu serbato
Talamo nuzial , barbaro fato !
Giulietta!., oh! mia Giulietta!
Ove sei tu ?.. Questo recente marmo
Questo ti chiude.*, aprasi... - Oh vista ! è dessa,
L'adorato mio ben... Bella è la morte
Nel suo sembiante... a me sorrider sembra
Quel labbro , ancora di dolcezza pieno...
Sembra giacer a cheto sonno in seno.
Ah ! se tu dormi , svegliati ,
Sorgi , mio ben , mia speme...
Vieni , fuggiamo insieme...
Amor ci condurrà,
(alcuni momenti di silenzio
— 25 —
Ma , tu non odi. Ahi ! misero !
Io delirai... sognai.
Chiuse per sempre i rai ,
Mai più si desterà.
Stagnate , o lagrime,
Al core intorno...
Non vale il piangere ,
Convien morir.
Mai più mi splendano
I rai del giorno :
Sia questo l'ultimo
De* miei sospir\
SCENA III.
GIULIETTA che si risveglia, e ROMEO.
Robi. 0 tu che morte chiudi,
Gemma fatai, non mai da me divisa ,
Vieni al mio labbro... Raccogliete voi
L'ultimo mio respiro ,
Tombe de' miei nemici. (si avvelena)
Giù. (dalla tomba) Ah !
Rom. Qual sospiro !
Giù. Romeo !... Romeo !...
Rom. La voce sua !... mi chiama...
Già m' invita al suo sen (*). Ciel ! che vegg' io?
Giù. Romeo I! (Giù. sorge daliY tomba)
Rom. Giulietta !! oh Dio !..
Giù. Sei tu ?
Rom. Tu vivi ?..
GiU. Ah ì per non più lasciarli ,
Io mi desto, mio ben... la morte mia
Fu simulata...
Ro*. Oh ! che di tu ?
Giù. L" ignori ?
Won vedesti Lorenzo ?
Rom. Altro io non vidi...
Altro io non seppi... ahimè!., ch'eri qui morta,
E qui venni... uh ! infelice!
G,u- _ Èbben , che importa ?
Spn teco alfin : ogni dolor cancella
— Zl-
Hn nostro amplesso. Andiam...
Hom. Restarmi io deggio
Eternamente qui..*
Giù. Che dici mai ?
Parla... parla... Ah! Romeo !..
ROM. (si asconde il capo fra le mani) Tutto già sai.
Giù. Ah! crudel ! che mai facesti?
Rom. Morte io volli a te vicino.
Giù. Oeh ! che scampo alcun t'appresti ?..
Rom. Ferma , è vano...
Giù. Oh ! rio destino !
Rom. Cruda morte io chiudo in seno...
Giù. Ch'io con te l'incontri almeno...
Dammi un ferro...
RoM. Ah! no... giammai.
Giù. Un veleno ...
Rom. 11 consumai.
Vivi... vivi... e vien talora.
Sul mio sasso a lagrimar.
Giù. Ciel crudele ! ah, pria eh/ ei mora,
I miei dì tu dei troncar.
Rom. Giulietta !... al seno stringimi:
Io ti discerno appena.
Giù. Ed io ritorno a vivere
Quando tu dèi morir ! !
Rom. Cessa... il vederti in pena
Accresce il mio inartir.
a 2.
Rom. Più non ti veggo... ah ! parlami.*.
Un solo accento ancor...
Rammenta il nostro amor...
Io manco... addio !..
Giù. Oh ! sfortunato ! attendimi...
Non mi lasciare ancor...
Posati sul mio cor...
Ei muore... oh !.. Dio !
(Rom. muore; Giù., cade svenuta
CALA IL SIPARIO.
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